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Quanto siamo consapevoli della nostra vita?

La mente umana è qualcosa di veramente assurdo. Siamo consapevoli di quello che facciamo? Viviamo costantemente la vita così come viene, se tutto va bene, poi se qualcosa va male tutto si ferma.

Già appena nati siamo messi con le spalle al muro, c’è chi inizia a camminare a 8 mesi e per papà è un campione sarà sicuramente un calciatore, per la mamma sarà una ballerina. Cresciamo e siamo messi davanti a delle “imposizioni”, il rosa per le bambine e l’azzurro per i maschietti. Quasi come se fossimo delle macchine, presente? Ad ognuno il suo colore, senza possibilità di scelta. Sarebbe bello scegliere, l’arcobaleno è fatto di un sacco di colori, c’è il giallo, il verde, l’arancione e il blu!

Ehi nonno, cosa regaliamo ai tuoi nipoti questa volta? A Giorgia una bella bambola. Certo mai che volesse fare l’astronauta o la scienziata! Con una bambola andiamo sul sicuro.

A Simone? A simone, direi un camion o una moto? Non potrà mica fare il pasticciere! Con una moto andiamo benissimo.

Ora riflettete, quando date ai bambini le vostre scelte. Pensate davvero che le accettino perché le condividano anche loro o che semplicemente le accettino per compiacervi?

I bambini non sono tutti uguali purtroppo. Ci sarà il ballerino presuntuoso che probabilmente la moto non la guarderà neanche, ma ci sarà anche il pasticciere timido che si sentirebbe in colpa a dire al nonno che le moto non gli piacciono. Ecco in quel momento rischiate di fare qualcosa di sbagliato, state insinuando in un bambino pasticciere il senso di colpa. Le sue idee saranno confuse.

Devo fare quello che mi piace o quello che piace al nonno? Devo fare la cosa giusta o la cosa sbagliata? Ma qual è quella sbagliata?

Credete che un bambino all’età di 7-10 anni riesca sempre a capire quello che vuole o quello che il suo cuore desidera? La risposta è no, la maggior parte delle volte, non ne ha la più pallida idea.

Poi un giorno cresciamo, arriviamo ad un bivio Qui bisogna scegliere fra il liceo, un istituto tecnico o uno professionale. Tre opzioni, facile no?

Allora chi vuole andare all’università vada al liceo, perché naturalmente un ragazzino di 14 anni sa sicuramente se vuole andare all’università o non ci vuole andare. Bene, chi all’università non vuole andarci può scegliere un tecnico o un professionale.

Qui nasce il secondo dilemma. La mamma cosa vuole? La mamma vuole che Michele diventi un ragioniere! I ragionieri guadagnano! E Michele? Michele vuole seguire il suo amico al chimico. Bel dilemma eh!

Il problema della società è che pensa che l’uomo come bambino o ragazzo o anche come adulto, sappia quello che vuole o dove vuole andare. Ma non è quasi mai così.

Sin da piccoli la società ci impone quello che dobbiamo essere, ci porta troppo presto a fare delle scelte che non sappiamo fare e alla fine sbagliando, diventiamo infelici.

E sapete cosa succede alle persone infelici? Fanno diventare ricchi psicologi e psichiatri. Alla fine c’è una categoria che vince.

La regola più vera è che sbagliando forse impariamo qualcosa. Date a tutti la possibilità di sbagliare e di provare soprattutto.

Avete mai provato a pattinare? Bhè magari potevate diventare dei pattinatori e non lo sapevate. E a scrivere un libro? Lo sapete chi sono gli scrittori? Quelli che riescono a fare emozionare gli altri. E non sempre ci riesce chi ha studiato lettere, lui sicuramente sarà quello più bravo a scrivere, ma spesso è l’emozione che conta.

La libertà di essere chi vogliamo e la responsabilità delle proprie scelte, dovrebbe essere una legge universale.

Se scegliamo di diventare medici e falliamo il test d’ingresso è una perdita personale, un fallimento personale. Non dovrebbe essere un senso di colpa nei confronti della mamma che ci vuole medici o che ci vuole sistemati e con tanti soldi. E nemmeno una vergogna nei confronti degli amici che ce l’hanno fatta.

Qualcuno una volta ha detto datevi la possibilità di fallire, fallite e riprovateci. Il fallimento non è altro che il modo che ha la vita di dirvi quale strada intraprendere. A quel punto potete scegliere e decidere cosa volete veramente, volete riprovarci? Bene, la fortuna aiuta gli audaci e l’impegno porta sempre i suoi frutti alla fine. Avete capito che non è la strada che fa per voi? Cambiate, c’è sempre tempo per cambiare.

Non ascoltate chi vi dice che è troppo tardi. Non è mai troppo tardi per fare nulla.

Avete 52 anni e due figli ma volete ballare? Fatelo! Siete pensionati e volete vivere il resto della vita su una crociera? Fatelo. Non impedite a nessuno di essere e fare quello che vuole.

Altrimenti, sapete cosa succede? La mente, si blocca. Chi siamo? Cosa stiamo facendo? Perché non riesco a studiare? Devo farlo, mi devo laureare, cosa penserà la mia famiglia se non mi muovo. Sto pesando troppo sui miei genitori, sono troppo anni che sono all’università. Forse devo mettermi a lavorare, ma se lo faccio rischio di non riuscire più a studiare e non ho risolto niente in ogni caso.

Sapete quanto possono durare queste riflessioni? Anni, anni di pensieri e di tempo perso. Anni di, ma sto facendo la cosa giusta? Anni di nulla. Sapete cosa manca? La passione e l’entusiasmo.

La vita è bella, il lavoro e lo studio non sono sempre soddisfacenti. La vita è piena di sfaccettature. Innamoratevi di qualcuno, di un posto, di qualsiasi cosa fate e impegnatevi per farla.

Vi piace dipingere? Perché non farlo? Non hai tempo. Non è vero. Il tempo c’è se lo sappiamo utilizzare.

La mente è delicata e le parole segnano e feriscono. Spesso parliamo senza pensare e nel 90% dei casi sbagliamo. Come fare per non sbagliare? Se incontri qualcuno, cerca di essere gentile sempre. Non giudicare il prossimo e sorridi, non puoi sapere quello che sta affrontando chi hai davanti. Non conosci la sua battaglia ma anche in poco tempo puoi farlo sorridere, tutti hanno diritto ad un’ora d’aria.

Se sei una mamma o un papà, sforzati di non trasmettere a tuo figlio i tuoi timori e le tue ansie. Permettigli di sbagliare e non fantasticare troppo sulla sua vita. Sarà più felice se sa di poter contare su di te, sia che prenda la decisione giusta sia che prenda quella sbagliata. Aiutalo a capire cosa gli piace, fallo andare alla scuola calcio, ma anche in piscina e perché no? Anche in una scuola di ballo. Non permettere ai suoi coetanei di trasmettergli le ansie che i genitori hanno trasmetto a loro, rendete vostro figlio sicuro di quello che fa, non fategli pesare nulla.

Purtroppo la società ci impone qualcosa di prefabbricato e spesso non possiamo scappare.

Ma se volessimo rompere le righe?

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2 thoughts on “Quanto siamo consapevoli della nostra vita?”

  1. Una riflessione davvero profonda, brava.
    Anche io sono dell’idea che dobbiamo seguire la nostra strada sbagliando e che sbagliare sia quasi un diritto-dovere, un lusso, un privilegio che dobbiamo imparare a fare nostro.

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